Baci ai suoi e toni duri per gli altri. Meloni: «Maggioranza compatta»- Corriere.it

Al mattino Giorgia Meloni
ringrazia i senatori per non aver esasperato i toni e a sera sferza i deputati alzando la voce, avvampando in viso e attaccando i partiti di opposizione su migranti, superbonus, salario minimo: «È un anno che governo, ne faccio altri quattro e alla fine chiediamo agli italiani cosa ne pensano. A qualcuno non piace, ma la democrazia funziona così». È nella replica a Montecitorio che la lunga giornata della premier cambia di segno, i toni si fanno affilati, l’arrabbiatura tenuta a bada per ore torna fuori. Da sinistra la interrompono mentre parla della necessità di «fermare l’immigrazione illegale di massa» e la leader della destra sbotta: «Vi vedo nervosi, non capisco perché…». E ancora, più aggressiva e tagliente: «Non dovete essere nervosi, perché il governo va tanto male e sta per arrivare il vostro momento». Applausi a destra e mugugni sarcastici a sinistra, con Fratoianni che sferza: «Le è scappata la frizione».

Standing ovation

Si parte alle 10, presiede La Russa. La premier ha il viso segnato, la voce tradisce la stanchezza di giorni durissimi e verso il finale la lettura si inceppa più volte: «Chiedo scusa». Ma quando Meloni prova a mettere la parola fine ai sospetti, ai veleni, alle tensioni innescate…